Quasi mezz’ora di fuochi d’artificio e lancio di palloncini bianco-azzurri sotto il palazzo dove abitava Luca Centofanti, lo sfortunato 14enne la cui vita si è spezzata tragicamente sullo spigolo di un marciapiede di viale Algeri, a seguito di un incidente stradale, lo scorso 28 settembre.
Ironia della sorte, proprio a qualche metro dal punto dove, una decina di anni fa, perse la vita un altro centauro.
Oggi è stato il giorno dell’addio a Luca e tutto il quartiere si è stretto attorno ai genitori, nei cui cuori si è aperto un vuoto destinato a restare tale e che niente e nessuno potrà mai colmare.
Se è accettabile per un figlio partecipare al funerale di un genitore è impossibile, invece, per un genitore assistere al rito funebre di un figlio, di una creatura, strappata prematuramente alla vita.
A celebrare in una chiesa di san Corrado Confalonieri stracolma, dentro e all’esterno, padre Antonio Panzica che a Mazzarrona ha visto crescere tre generazioni e che ha avuto parole di conforto per la famiglia, affidandola alla misericordia di Dio. “La vita è un dono e va rispettata” ha detto nella sua omelìa.
Lancio di colombe e palloncini, all’uscita della bara poi, la scena più straziante, con il portellone che si chiude e l’auto che si avvia per accompagnare Luca all’ultimo viaggio, un viaggio che nessuno avrebbe mai immaginato potesse arrivare in un’età così tenera. Un lungo rumoroso corteo di moto ha accompagnato l’auto con il feretro che ha fatto, poi, sosta sotto la casa dove Luca ha vissuto il suo, purtroppo breve, percorso terreno e dove ha ricevuto l’ultimo definitivo saluto.
(foto: l’uscita della bara al termine del rito funebre)
© Riproduzione riservata