Doveva essere ultimata entro lo scorso mese di marzo, invece è quasi a luglio ma, ancora, siamo meno che alla metà dell’opera e, di questo passo, chissà se quell’opera riusciremo a vederla compiuta! Consegnati ed avviati nel settembre 2014, i lavori di “restauro e sistemazione museale della Tonnara di Santa Panagia da destinare al Museo del Mare”, finanziati con quasi 11 milioni di euro, POR Sicilia, dovevano durare 18 mesi. Qualcosa, però, non ha funzionato, forse qualche incomprensione tra Dipartimento Regionale Beni Culturali e Melita costruzioni, l’impresa di Enna esecutrice del progetto, così, nei primi giorni del mese di gennaio del 2016, il cantiere si ferma e gli operai vanno via, in attesa di riprendere l’attività. Aspetta oggi, aspetta domani, però, di ripresa non se ne parla e il cantiere rimane abbandonato a se stesso. Passano i giorni, passano i mesi, finisce che passa anche qualche “buontempone” ( o forse più di uno ) che, non avendo altro da fare, decide di rompere il lucchetto del cancello e di introdursi all’interno della Tonnara. A quel punto, per dare un senso alla propria giornata, il “buontempone” scarica tutta la frustrazione di cui è dotato su tutto ciò che gli capita a tiro: rompe vetri e gomme della pala meccanica, distrugge la piccola unità abitativa che serviva da ufficio-cantiere, butta giù le transenne, spacca qualche ponteggio, rovescia bidoni ed altro materiale edile, poi, “soddisfatto ed orgoglioso” della bravata va via! Tutto ciò accade all’incirca un mese fa. La cosa che ci ha incuriositi, però, è che a distanza di un mese, nessuno si è preso la briga di chiudere il cancello con un nuovo lucchetto, quantomeno per scoraggiare e prevenire altre intrusioni all’interno del cantiere e questo la dice lunga sulla grande attenzione che abbiamo per la struttura, risalente al 1600, e per il Museo del Mare al quale dovrebbe essere destinata. Insomma, invece di salvare il salvabile e pensare a preservare quel poco di lavoro che si era riusciti a realizzare (come vorrebbe il buon senso), si preferisce vanificarlo, lasciando il libero accesso all’area, tanto quei soldi spesi fino ad ora e che rischiano di andare in fumo …sono pubblici! Ovviamente, ci auguriamo di essere smentiti dai fatti e che, al più presto, i lavori di restauro possano riprendere, magari con una nuova impresa appaltatrice, affinchè il tanto agognato Museo del Mare possa diventare realtà. Nel frattempo, però, un bel catenaccio, di quelli antiscasso, nel cancello potremmo pure mettercelo!
(foto: l’unità abitativa che ospitava l’ufficio del cantiere)