Palermo è stata, oggi, una delle cinque città italiane scelte dalla Cgil per la grande manifestazione contro la riforma delle pensioni. Più di 70 pullman, giunti da tutte le province dell’isola, hanno invaso il capoluogo siciliano, dove si sono riversati almeno 10 mila persone secondo le stime degli organizzatori. Nel lungo corteo, partito da piazza Croci, studenti, precari, lavoratori del pubblico impiego, agricoltori, insegnanti, operatori della formazione, commercianti, ma anche pensionati, paradossalmente categoria più fortunata rispetto alle altre che hanno manifestato oggi e per le quali, invece, la pensioni diventa sempre più un miraggio. “Pensiamo che agire sulla leva dell’innalzamento dell’età pensionistica e non su quelle dello sviluppo e del lavoro” – ha detto Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil siciliana – “possa solo produrre povertà e peggioramento delle condizioni generali”. Il governo deve, quindi, invertire la rotta e “bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione”, in modo da garantire ricambio generazionale, lavoro dignitoso, e un futuro previdenziale ai giovani. Al corteo di Palermo anche l’ex segretario dei metalmeccanici Fiom, Maurizio Landini, oggi segretario confederale nazionale, che ha sottolineato come sia la Sicilia, la regione a pagare un prezzo doppio rispetto alla crisi economica del Paese, indicando nel rilancio degli investimenti e nel lavoro per le giovani generazioni. la ricetta per riprendere il cammino verso la crescita e lo sviluppo. Il corteo ha raggiunto piazza Verdi dove si è tenuto il comizio, nel corso del quale è stato proposto un collegamento video con Susanna Camusso dalla capitale. Le altre quattro città dove si sono svolte le manifestazioni sono state Bari, Cagliari, Roma e Torino.
(foto: la delegazione siracusana presente al corteo)