
E’ stata una notte non proprio serena per le popolazioni della fascia ionica della Sicilia che, alle 3.26 sono state “svegliate” da una forte scossa di terremoto che, in alcune zone, come nel siracusano, ha riportato indietro gli orologi alla notte del 13 dicembre 1990.
Un boato, come alcuni hanno riferito, poi il sussulto del letto, le vibrazioni di arredi e suppellettili negli appartamenti e il conseguente panico, con gente che si è riversata in strada sotto i condomini.
Qualcuno, in mare per lavoro, una decina di minuti prima della scossa, avrebbe notato delle strane onde circolari attorno all’imbarcazione.
4.8 la magnitudo del sisma, come conferma l’Ingv, il cui epicentro, per fortuna, è stato in mare, al largo dello Jonio meridionale, con ipocentro a 48 chilometri di profondità.
Gente giù dal letto nel ragusano, a Vittoria come a Comiso, Modica e Ibla, nella province di Siracusa e Catania e nei comuni rivieraschi del messinese. Alcuni sindaci, in via precauzionale, hanno disposto, per la giornata di oggi, la chiusura delle scuole per verificare eventuali danni alle strutture.
Tanto panico, insomma, ma anche questa volta ci è andata buona. L’episodio però, non può non suscitare alcuni legittimi interrogativi. Ma siamo davvero pronti e preparati per una eventuale evacuazione di massa in caso di terremoto?
Le protezioni civili dei comuni sono preparate ad affrontare una emergenza come quella di un forte terremoto?
Con i piani di fuga, a parte le esercitazioni che vengono fatte, una volta l’anno, sul territorio come siamo messi? E gli ospedali? Le case di cura? Le case di riposo?
Sono addestrati per mettere in sicurezza gli ammalati, gli anziani e quanti, loro malgrado, sono allettati ed impossibilitati a muoversi? O dobbiamo sempre e solo affidarci a Santa Lucia, Sant’Agata, San Giorgio, San Giovanni Battista e a tutti gli altri santi protettori dei comuni ai quali, anche in questa occasione … dobbiamo accendere un cero!?
(foto: la mappa INGV del sisma)
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